Vangelo del giorno: 21 giugno

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Dal Vangelo secondo Matteo (7, 1-5)


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

Medita:

. Questo capitolo 7 deve essere interpretato in continuità con i precedenti, cioè ciò che Gesù ha detto, e che Matteo presenta come l’insegnamento di Gesù per i suoi seguaci. Propone uno stile di vita tipico dei seguaci di Gesù, uno stile di vita esigente, come le Beatitudini, e le forme di comportamento che caratterizzeranno i cristiani.

Il suo contenuto è chiaro, “non giudicare e non sarai giudicato” Ma ci sono diversi significati, significati, relativi alla parola che il testo ci presenta. Ci riferiamo ora a quello del giudicare, emettere un giudizio per determinare se un fatto è giusto o sbagliato. Sembra che Gesù lo usi in questo senso, per giudicare, per dare un giudizio di valore».

Ci sono due ragioni (o forse più) per non farlo, cioè per non giudicare. È molto difficile per noi conoscere tutti i dati di un evento riferito alla persona che incrocia il nostro cammino e che giudichiamo con relativa facilità. Non possiamo mai trovare la soluzione a un problema o a una situazione se non conosciamo tutti i fatti.

E la seconda ragione è definire quale strumento è più appropriato per misurare il comportamento di una persona, e qui Gesù ce lo dice chiaramente attraverso i diversi passaggi in cui tratta questo tema: comprensione, compassione, misericordia.

L’altra persona è “spazio sacro”: non possiamo mai arrivare al fondo del suo cuore. Questo giudizio di valore corrisponde solo a Dio, non possiamo mai metterci al suo posto.

Il testo sorprende rivelando, con grande chiarezza, atteggiamenti molto tipici dell’essere umano nella debolezza. C’è un noto racconto orientale in cui è raffigurata una persona che cammina attraverso la vita con due zaini, uno portato davanti e l’altro dietro. In quello davanti porta i difetti degli altri e in quello dietro i suoi. La sua Parola ci offre l’opportunità di avvicinarci alla nostra interiorità e a scoprire le nostre “travi” anche con comprensione e misericordia, solo così potremo avvicinarci ad aiutare il nostro fratello poiché, solo la nostra vicinanza, solidarietà e affetto aiuterà il nostro fratello, sorella se ha torto o torto.

E ringraziamo Dio per averci offerto ancora una volta la sua Parola, la possibilità di ascoltare la sua voce  e di sperimentare il suo amore e la sua misericordia.

Prega:

Ringrazio Dio per la sua compagnia, per i suoi insegnamenti, per la sua forza …

Termino recitando il Padre Nostro o un’altra preghiera spontanea.

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