Vangelo del giorno: 30 luglio

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Dal Vangelo secondo Matteo (13, 54-58)


In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Medita:

Gesù si reca nella sua terra e non ha idea migliore che entrare nella sinagoga e cominciare a spiegare alla sua gente, come aveva fatto con gli altri.

La reazione, che a prima vista sembra di ammirazione, riconoscimento e orgogli, finisce per essere un rimprovero: da dove hai preso tutto questo? Ma se conosciamo tutta la sua famiglia e lui da quando eravamo piccoli, ma ehi… cosa avrà creduto! E non volevano ascoltarlo. Che strano! Nemmeno quelli di casa!

Gesù reagisce bene. Sa che nessun profeta è il benvenuto nella sua terra. Non è niente di nuovo per lui. Non li recriminava né si sforzava di convincerli. E ciò che è più importante: lì non fece molti miracoli, perché quelle persone non credevano in lui. Li ha lasciati con la loro incredulità. Quella linea sottile tra fede e incredulità è attraversata da molti. I loro vicini affermavano di avere fede e ciò che avevano erano riti, usanze, gesti ripetitivi e rituali insoddisfacenti; ma credevano che…

E se non credevano in lui, perché perdere tempo? Li ha lasciati con le loro vecchie credenze e non ha predicato loro la novità del Regno di Dio che richiedeva di aprire la mente, il cuore, essere disposti a cambiare atteggiamento, passare a una visione positiva di chi ha ascoltato le beatitudini e crede in loro.

Prega:

Ringrazio Dio per la sua compagnia, per i suoi insegnamenti, per la sua forza …

Termino recitando il Padre Nostro o un’altra preghiera spontanea.

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