Sono parole cruciali presentate dalla madre di Gesù. Il suo intervento è significativo all’inizio dell’inizio della sua predicazione e alla fine del cammino di Gesù, ai piedi della croce. Il centro di Maria nel racconto non è legato alla maternità del Figlio ma come seguace del Maestro. Pertanto, è ancora curioso che il suo nome non ci venga indicato.
La madre è un intermediario tra Gesù e gli ospiti. Nella sua attenzione attenta nota la manifesta mancanza “Non hanno vino”.Il vino che, tra i suoi significati biblici, è l’adesione della vita e della gioia. Sa a chi affidarsi ea chi rivolgersi. sposo I suoi passi sono diretti Gesù, l’unico che può portare la salvezza di cui Israele ha bisogno.
Cos’è un matrimonio senza amore e gioia? Cosa possiamo celebrare quando siamo tristi e il nostro cuore è corto e vuoto d’amore? Molti di noi a volte restano senza vino a causa di situazioni economiche e politiche, paure che paralizzano, la pandemia che continua a minacciare, e tante situazioni che deludono, sfuggono di mano, ci fanno sentire vulnerabili e impotenti. Di fronte a una tale situazione, abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio, e di quello dei nostri fratelli, per poter tornare al centro e al senso della nostra vita.
Pertanto, come la madre di Gesù, dobbiamo essere prima attenti ai bisogni degli altri e offrire i nostri doni. Questi sono illuminati dalla seconda lettura di questa giornata. Dio usa la diversità dei doni e dei ministeri offerti a ciascun essere umano per il “beneficio comune” di tutte le persone. E, secondo, indicare la via a Gesù: “Fai quello che ti dice”. Favorire l’esperienza dell’incontro con Dio è un’opera di carità per tutti i tempi.
Hai conservato il buon vino fino ad ora
A volte cadiamo nella tentazione di pensare che sappiamo già tutto, che abbiamo già sperimentato tutto, che già tutto possediamo e che non possiamo scoprire nulla di nuovo sotto il sole. E forse diventa più evidente negli anziani delle nostre comunità. Assumere un tale atteggiamento nella vita è soffocare lo Spirito Santo che ci è stato donato.
Il credente deve sempre fidarsi del suo Signore, che fa sempre tutto nuovo. Di fronte a quest’anno che sta passando dobbiamo guardare al mondo, alle persone ea noi stessi con occhi rinnovati. Dio ci sorprende sempre e ci riserva il meglio qui e ora. Degustare il vino nuovo, che è Gesù stesso che viene spezzato e distribuito, ci apre sempre un nuovo orizzonte di vita. Il vino migliore è sempre da scoprire, è nascosto nel centro di te.
Egli manifestò la sua gloria ei suoi discepoli credettero in lui
La fede muove le montagne. Senza gli occhi della fede è impossibile vedere la gloria di Dio risplendere in ognuno di noi. Il cristiano deve vivere la sua fede con gioia. La gioia che viene da Dio e non si identifica con uno stato psicologico, anche se può includerlo. L’esperienza di fede è vissuta dalla comunità e per la comunità.
Così, il credente è un testimone che attesta la gloria di Dio che ha sperimentato. Solo così possiamo raccontare e cantare a tutti i popoli ciò che abbiamo visto e udito; le meraviglie ha operato e continua a operare in ciascuno. Lo esprime bene Isaia quando scrive:
“Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi riposerò,
finché non irrompe l’alba della sua giustizia,
e la sua salvezza fiammeggia come una fiaccola”.
D’altra parte, lontano dai miracoli esotici e dalle luci extraterrestri, la gloria di Dio è che l’uomo vive e ha la vita in abbondanza. Ovunque risplende la presenza di Dio, le tenebre del peccato e della morte si dissipano.





